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Servitù di passaggio: diritti, limiti e responsabilità

La servitù di passaggio è un diritto reale che garantisce l’accesso attraverso proprietà altrui. Ecco come funziona, quali limiti comporta e chi deve sostenerne le spese.

passaggio tra case, sentiero passaggio per cancello aperto

La servitù di passaggio è uno degli istituti più frequenti nel diritto civile e una delle principali cause di conflitto tra vicini o tra condomini.

Nasce quando per accedere a un fondo o a un immobile è necessario attraversare la proprietà altrui.
Si tratta di un diritto che incide sulla proprietà privata, imponendo un limite a favore di un altro soggetto, ed è quindi regolato con grande attenzione dal nostro ordinamento.

Capire quando la servitù di passaggio esiste, come si esercita e quali limiti comporta è essenziale per prevenire discussioni e gestire correttamente i rapporti di vicinato.

Cos’è una servitù di passaggio

La servitù di passaggio è un diritto reale che consente al proprietario di un fondo — detto fondo dominante — di attraversare il terreno di un altro proprietario — detto fondo servente — per raggiungere una strada pubblica o un’altra area di accesso.
Il diritto può nascere in due modi:
• per accordo tra le parti, attraverso un contratto o un atto notarile;
• per necessità, quando un fondo è privo di accesso e deve poterne ottenere uno.

In entrambi i casi, l’esercizio del diritto deve rispettare un equilibrio: il proprietario che beneficia della servitù non può abusarne, mentre chi la subisce non può impedirne l’uso legittimo.

Servitù volontaria e servitù coattiva

La servitù di passaggio può essere volontaria, se nasce da un accordo libero tra i proprietari, oppure coattiva, se è imposta dalla legge quando un fondo non ha altro accesso alla pubblica via.

Nel primo caso, le parti definiscono liberamente il percorso, la larghezza, la destinazione e le regole di utilizzo.
Nel secondo, la servitù viene determinata tenendo conto della minore incidenza possibile sul fondo servente, ma deve garantire un passaggio effettivo e utile.

La servitù coattiva è quindi un rimedio eccezionale, che tutela la funzione economica del fondo privo di accesso, ma deve essere esercitata con equilibrio.

Servitù di passaggio in condominio

Nei condomini, la questione assume sfumature particolari.
Può riguardare il diritto di un condomino di attraversare parti comuni o proprietà altrui per accedere al proprio appartamento, al garage o a un cortile interno.

In questi casi, è importante distinguere tra uso legittimo delle parti comuni, che spetta a tutti i condomini, e servitù vera e propria, che nasce solo quando un condomino utilizza in modo esclusivo o particolare una parte del condominio.

Se il passaggio è necessario e previsto dall’impianto costruttivo originario, di solito si tratta di un diritto di uso comune; se invece viene istituito successivamente, serve il consenso dell’assemblea o un accordo scritto tra le parti interessate.

Modifiche, cancelli e ostacoli

Uno dei motivi più frequenti di contenzioso è la limitazione del passaggio da parte del proprietario del fondo servente, ad esempio con l’installazione di cancelli o sbarre.
In linea generale, il proprietario può adottare misure di sicurezza, ma non deve impedire o rendere eccessivamente gravoso l’esercizio della servitù.

L’installazione di un cancello, ad esempio, è consentita solo se il titolare del diritto di passaggio può accedervi liberamente e senza disagi rilevanti (chiavi, telecomando, codice d’ingresso).
Quando la limitazione diventa ostacolo concreto, il titolare della servitù può chiedere la rimozione o la modifica della struttura.

Spese di manutenzione

Altro tema delicato riguarda le spese di manutenzione del percorso oggetto di servitù.
In linea generale, la manutenzione ordinaria e straordinaria del passaggio spetta a chi utilizza la servitù, salvo diverso accordo.
Il proprietario del fondo servente non è tenuto a sostenere costi per un’opera che serve in modo esclusivo al fondo dominante, a meno che non ne tragga un vantaggio diretto.

È comunque buona prassi, soprattutto nei contesti condominiali o nei lotti condivisi, che le spese vengano ripartite proporzionalmente in base all’uso effettivo e agli interessi coinvolti.

Servitù di passaggio e usucapione

In alcune situazioni, la servitù può nascere per usucapione, cioè per effetto dell’uso prolungato e pacifico nel tempo.
Chi utilizza da molti anni un percorso attraverso la proprietà altrui, senza interruzioni e senza opposizione, può ottenere il riconoscimento del diritto di passaggio.
È però necessario dimostrare che l’uso sia stato continuo, visibile e non tollerato, poiché l’uso “per cortesia” non genera diritti permanenti.

Questa forma di acquisizione è spesso oggetto di contenziosi complessi, perché richiede prove documentali e testimonianze precise sulla durata e sulle modalità dell’uso.

Estinzione della servitù

Una servitù può estinguersi per vari motivi:
• per rinuncia del titolare del fondo dominante;
• per mancato uso prolungato nel tempo;
• per cessazione della necessità, se il fondo acquista un altro accesso utile;
• per accordo tra le parti, con atto formale.

L’estinzione deve essere valutata con prudenza, poiché incide su diritti reali e può richiedere una modifica catastale o notarile.

Domande frequenti (FAQ)

1. Il vicino può impedirmi di passare dove passo da anni?
Solo se riesce a dimostrare che il passaggio era concesso per semplice tolleranza e non costituiva una servitù. In caso contrario, può trattarsi di un diritto acquisito.

2. Posso installare un cancello nel tratto di servitù di passaggio?
Sì, se non impedisce l’accesso e se chi ha diritto di passaggio dispone di mezzi per aprirlo senza difficoltà.

3. Chi deve pagare la manutenzione del vialetto in servitù?
Generalmente chi ne trae beneficio, cioè il titolare del diritto di passaggio, salvo accordi diversi.

4. Nel condominio, posso far valere una servitù di passaggio?
Solo se il diritto risulta da un titolo valido o da un uso continuativo e riconosciuto. Le parti comuni non possono essere utilizzate a fini esclusivi senza consenso.

5. Come si può eliminare una servitù che non serve più?
Attraverso un accordo tra i proprietari o, in alcuni casi, dimostrando che la necessità è cessata da tempo.

Conclusione

La servitù di passaggio è uno strumento che bilancia libertà di proprietà e necessità di accesso.
Gestirla con equilibrio significa rispettare tanto il diritto di chi deve passare quanto quello di chi subisce il passaggio.
Una corretta regolamentazione, preferibilmente scritta, è sempre la via migliore per evitare tensioni, contestazioni e azioni giudiziarie.

La conoscenza dei propri diritti e doveri, unita a una consulenza legale mirata, consente di prevenire conflitti e preservare rapporti di vicinato o condominiali sereni e duraturi.

Nota informativa

I contenuti di questa pagina hanno esclusivamente scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono parere legale né sostituiscono la consulenza personalizzata di un professionista, necessaria per valutare correttamente ogni caso concreto. La normativa può variare nel tempo e alcune informazioni potrebbero non rispecchiare più la disciplina vigente alla data di lettura. La consultazione di questo testo non instaura alcun rapporto professionale tra l’utente e lo Studio Legale Zardo. Lo Studio declina ogni responsabilità per scelte o iniziative assunte dal lettore sulla sola base delle informazioni qui riportate.

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