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Recensioni false contro la mia attività: come reagire?

Strategie legali e pratiche per tutelare reputazione e fatturato online

online recensione

La reputazione digitale di un’impresa si costruisce in anni e può incrinarsi in poche ore. Una recensione falsa o gravemente scorretta incide sulla fiducia dei clienti, sul posizionamento delle piattaforme e, in ultima analisi, sul fatturato. Reagire con lucidità, senza sovraesporre la controversia né alimentare polemiche, è la prima forma di tutela. L’obiettivo non è “vincere” un dibattito online, ma ripristinare la correttezza delle informazioni e limitare il danno.

Critica legittima o contenuto illecito?
Non ogni valutazione negativa è illecita. La critica è legittima quando esprime un’opinione, anche severa, fondata su un’esperienza reale e formulata in modo misurato. Diventa problematico ciò che è inventato, manipolato o idoneo a fuorviare: recensioni riferite a servizi mai resi, profili fittizi, attribuzioni di fatti non veri, attacchi volti a screditare l’azienda. In questa zona grigia si collocano anche condotte riconducibili a concorrenza scorretta, quando i contenuti provengono o sono indotti da soggetti legati a competitor.

Preservare la prova digitale
Prima di qualunque iniziativa è opportuno “fermare” lo stato dei luoghi digitali. Screenshot completi (inclusi data, ora, URL, nome del profilo), esportazioni della pagina, eventuali strumenti di archiviazione forense: la tracciabilità è essenziale per ogni successiva interlocuzione, sia con la piattaforma sia in sede giudiziale. Evitare modifiche impulsive ai contenuti proprietari e astenersi da repliche emotive che possano essere strumentalizzate.

Interlocuzione con la piattaforma
Quasi tutte le piattaforme prevedono canali dedicati per la segnalazione di contenuti falsi o in violazione delle policy. Una richiesta efficace è chiara, documentata e sobria: si indica perché la recensione è inattendibile (assenza di rapporto commerciale, dati oggettivi che la smentiscono, elementi che fanno ritenere il profilo fittizio), si allegano riscontri e si chiede la rimozione o la verifica. Quando è presente un canale business dedicato, utilizzarlo aumenta le probabilità di riscontro. In parallelo, una replica pubblica breve e professionale, priva di toni polemici, può essere utile a rassicurare i lettori in attesa della decisione della piattaforma.

Se il sospetto riguarda un concorrente
Quando emergono indizi di una regia esterna (recensioni multiple in tempi ristretti, ripetizione di formule identiche, profili collegati, rimandi a un’altra impresa), la vicenda assume un profilo concorrenziale. In tali casi, oltre alla richiesta di rimozione, può valutarsi un’azione di diffida nei confronti del soggetto ritenuto responsabile e, ove necessario, un ricorso per inibire la reiterazione delle condotte e ottenere il risarcimento dei danni. La prudenza resta decisiva: si agisce su elementi verificabili, non su supposizioni.

Profili di tutela in sede civile
Le strade di tutela, in ambito civile, possono comprendere richieste d’urgenza per la rimozione del contenuto e la cessazione della diffusione, nonché domande risarcitorie quando il pregiudizio sia dimostrabile. La quantificazione del danno tiene conto di variabili come la visibilità del contenuto, l’incidenza sui canali di acquisizione clienti, le prospettive commerciali sfumate, i costi sostenuti per la gestione della crisi reputazionale. Spetta a chi agisce fornire un quadro probatorio serio: dati di traffico, lead mancati, contratti non conclusi, report di piattaforme e campagne.

Equilibrio tra trasparenza e tutela
Le imprese che gestiscono bene le recensioni, anche quando sono critiche, comunicano attenzione e affidabilità. Rispondere in modo professionale, ringraziare per il riscontro e proporre un canale diretto per approfondire è spesso sufficiente a disinnescare giudizi affrettati e a isolare i contenuti realmente scorretti. Ciò che è manifestamente falso o diffamatorio, invece, non va “normalizzato”: si segnala, si documenta, si chiede la rimozione e, se serve, si ricorre ai rimedi legali con misura e tempestività.

Errori da evitare
Sono controproducenti le reazioni di pancia, le minacce generalizzate, l’esposizione di dati personali del recensore, gli inviti pubblici a “segnalare in massa” il contenuto. Non aiutano nemmeno le risposte eccessivamente difensive o prolisse: si offre involontariamente visibilità a ciò che si vorrebbe ridimensionare. Il baricentro resta sulla credibilità: chiarezza, toni istituzionali, prove.

Prevenzione: policy interne e formazione
Una procedura interna di gestione delle recensioni aiuta a reagire con prontezza e coerenza. Assegnare ruoli (chi monitora, chi risponde, chi rapporta con la piattaforma, chi coinvolge il legale), definire tempi di intervento e messaggi guida, formare il personale di front office e social media: sono investimenti minimi che preservano reputazione e tempo.

Domande frequenti (FAQ)

Una recensione molto negativa, ma riferita a un’esperienza reale, può essere rimossa?
Di regola no, se rientra nell’ambito della critica legittima, espressa con toni corretti e riconducibile a un fatto realmente accaduto. Si può replicare con professionalità e offrire una soluzione.

Come dimostrare che una recensione è falsa?
Attraverso elementi oggettivi: assenza di rapporto con il profilo, incongruenze temporali, dati documentali che escludono l’accadimento descritto, cluster di recensioni anomale. È utile una raccolta ordinata di prove digitali.

Conviene rispondere pubblicamente o solo segnalare?
Dipende dal contesto. Una replica breve e rispettosa può rassicurare gli utenti. La segnalazione alla piattaforma, con documenti a supporto, resta comunque lo strumento principale per ottenere la rimozione.

Se il recensore è un ex dipendente o un soggetto vicino a un concorrente?
Il contenuto può assumere rilievo concorrenziale. Si valutano iniziative mirate, evitando accuse pubbliche non dimostrabili. La tutela passa da diffide circostanziate e, se necessario, da provvedimenti inibitori.

Posso chiedere un risarcimento?
Quando il danno è concreto e provabile, sì. La quantificazione richiede dati: andamenti delle vendite, metriche di visibilità, costi di gestione della crisi e di ripristino dell’immagine.

Conclusione
La gestione delle recensioni non è un terreno emotivo: è un ambito di reputazione d’impresa, che richiede metodo, misura e prova. Distinguere l’opinione legittima dal contenuto fuorviante, presidiare le piattaforme con prontezza e, quando serve, attivare rimedi legali mirati consente di proteggere l’immagine aziendale e di restituire ai clienti un’informazione affidabile. La differenza la fanno i dettagli: documentazione, toni, tempi.

Nota informativa

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