Prescrizione dei debiti bancari: dopo quanto tempo non si pagano più?
I debiti bancari si prescrivono dopo un certo tempo, ma i termini variano tra mutui, prestiti, carte di credito e conti correnti. Scopri come funziona e quando eccepire la prescrizione.

Prescrizione dei debiti bancari: dopo quanto tempo non si pagano più?
La prescrizione dei debiti bancari è un tema che interessa moltissime persone. Mutui, prestiti personali, carte di credito e scoperti di conto corrente sono rapporti frequenti e spesso di lunga durata. Può accadere che, per difficoltà economiche o vicende personali, un debitore non riesca più a pagare regolarmente le rate e si chieda se la banca, a distanza di anni, possa ancora agire per il recupero. Conoscere come funziona la prescrizione significa capire entro quali limiti un debito può essere legalmente preteso e quando, invece, non è più esigibile.
Che cosa significa prescrizione dei debiti bancari
La prescrizione è un istituto giuridico che prevede l’estinzione di un diritto quando non viene esercitato entro un certo termine. Per i debiti bancari questo comporta che, se la banca o la finanziaria non compiono alcun atto formale di recupero entro il termine previsto, non possono più ottenere un provvedimento giudiziale per il pagamento. Ciò non vuol dire che il debito sparisca del tutto: può continuare a risultare nei sistemi informativi delle banche e nelle centrali rischi, condizionando l’accesso a nuovi finanziamenti.
I termini principali della prescrizione
Non tutti i debiti bancari hanno lo stesso termine. In generale, le regole sono queste:
• Mutui e finanziamenti a lungo termine: la prescrizione è di dieci anni. Ogni rata non pagata si prescrive singolarmente dopo dieci anni dalla scadenza.
• Carte di credito e scoperti di conto corrente: la prescrizione ordinaria è di dieci anni, ma in alcuni casi può applicarsi quella quinquennale, soprattutto per spese e interessi accessori.
• Interessi e spese accessorie: si prescrivono in cinque anni.
• Garanzie fideiussorie: il termine decorre dal momento in cui la banca può pretendere il pagamento dal garante, quindi dopo la scadenza del debito principale o dalla messa in mora del debitore.
Queste regole generali vengono spesso adattate alle singole situazioni, ed è per questo che la valutazione di un legale diventa essenziale.
Da quando decorre il termine
Il termine di prescrizione non parte dall’inizio del contratto, ma dal momento in cui il debito diventa esigibile. Per i mutui rateali decorre dalla scadenza di ciascuna rata. Per i conti correnti si considera la data di chiusura del conto o l’ultima operazione significativa. Per le carte di credito il riferimento è la scadenza della rata mensile o del saldo complessivo.
L’interruzione della prescrizione
La prescrizione non è un meccanismo automatico che procede senza ostacoli. Può essere interrotta da atti che dimostrano la volontà del creditore di recuperare il debito. In questi casi il termine ricomincia a decorrere da capo. Gli atti interruttivi più frequenti sono la messa in mora, la diffida scritta, la notifica di un decreto ingiuntivo, l’atto di citazione in giudizio, il pignoramento. Anche il riconoscimento del debito da parte del debitore, come il pagamento parziale, costituisce interruzione.
Un esempio concreto: una rata scaduta nel 2015 si prescriverebbe nel 2025. Ma se nel 2020 la banca invia una diffida o avvia una causa, il termine riparte da quella data e si sposta al 2030.
La differenza tra debito prescritto e debito cancellato
Molti pensano che, una volta decorso il termine, il debito venga cancellato. In realtà non è così. Il debito prescritto non può più essere fatto valere in giudizio, ma rimane registrato nei sistemi delle banche. Questo può impedire al debitore di ottenere nuovi prestiti. La prescrizione è una difesa che deve essere eccepita in tribunale: non si applica automaticamente e non elimina ogni conseguenza economica.
Le possibili difese del debitore
Chi riceve solleciti di pagamento su debiti risalenti nel tempo deve verificare se la pretesa sia ancora valida. È utile controllare la data di scadenza dell’obbligazione, verificare eventuali atti interruttivi, raccogliere documentazione bancaria e farsi assistere da un avvocato. Solo così è possibile valutare l’opportunità di opporsi a un decreto ingiuntivo o di eccepire la prescrizione in giudizio. Ignorare gli atti può portare a conseguenze gravi, come il pignoramento di beni o conti correnti.
Alcuni esempi pratici
• Mutuo con ultime rate non pagate nel 2010: se non ci sono stati atti interruttivi, la prescrizione matura nel 2020.
• Carta di credito con saldo non pagato nel 2016: gli interessi si prescrivono nel 2021, mentre il capitale residuo nel 2026.
• Conto corrente chiuso nel 2014 con saldo negativo: la prescrizione scatta nel 2024, salvo atti interruttivi.
Questi esempi dimostrano come il calcolo non sia sempre immediato e richieda attenzione.
Le conseguenze economiche e reputazionali
La prescrizione tutela da azioni legali, ma non significa che il debitore sia “riabilitato” agli occhi del sistema bancario. Anche un debito prescritto può comportare segnalazioni nelle centrali rischi. Ciò può rendere difficile accendere nuovi mutui o ottenere linee di credito, con conseguenze rilevanti sulla vita economica.
Domande frequenti
La banca può chiedere un debito dopo 20 anni?
Solo se nel frattempo sono stati notificati atti interruttivi. In assenza di tali atti, il credito è prescritto.
Un pagamento parziale interrompe la prescrizione?
Sì, anche un versamento minimo equivale a riconoscimento del debito e fa ripartire i termini.
Un debito prescritto sparisce dalle centrali rischi?
No, può rimanere registrato e condizionare l’accesso al credito. La prescrizione agisce solo sul piano giudiziale.
Il recupero crediti può insistere su un debito prescritto?
Può contattare il debitore, ma non può ottenere un provvedimento giudiziale. Sta al debitore eccepire la prescrizione.
La prescrizione vale anche per i garanti?
Sì, ma i termini decorrono dal momento in cui la banca può agire nei loro confronti, di solito dopo la messa in mora del debitore principale.
Conclusione
La prescrizione dei debiti bancari è uno strumento di tutela che impedisce ai creditori di agire senza limiti di tempo. Tuttavia, i termini sono lunghi e la maggior parte delle banche adotta strategie per interromperli. Per questo è importante non sottovalutare gli atti ricevuti e non credere che il semplice trascorrere degli anni basti a far sparire un debito. Solo una valutazione attenta delle date e della documentazione consente di capire se il credito sia ancora esigibile.
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