Patrimoni intrecciati, convivenze e nuovi legami: chi tutela chi, e quando?
- avv. Emanuela Zardo

- 24 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Nel diritto di famiglia, la realtà ha superato da tempo lo schema tradizionale. Accanto alla classica famiglia "nucleare" fondata sul matrimonio, si sono affermate nuove forme di convivenza, legami affettivi meno formalizzati ma spesso altrettanto profondi, e famiglie ricostituite in seguito a separazioni o divorzi. In questo contesto, la domanda non è solo "chi eredita?", ma anche: chi voglio tutelare, e come posso farlo?
1. Convivenze e tutela patrimoniale: uno scenario fragile
Chi convive stabilmente con una persona senza essere sposato o unito civilmente, in assenza di specifiche disposizioni, non ha diritti successori.
Il convivente non compare tra gli eredi legittimi, non ha diritto all'abitazione della casa comune, né all'uso dei beni mobili, a meno che non vengano predisposte misure preventive e personalizzate.
È un nodo delicato, perché spesso si dà per scontato che la convivenza "valga qualcosa". Ma il Codice Civile, in mancanza di matrimonio o unione civile, tace.
Cosa si può fare:
Testamento: è lo strumento principale per destinare beni al convivente.
Donazione in vita: richiede attenzione fiscale e vincoli giuridici, ma può essere utile per anticipare scelte patrimoniali.
Contratto di convivenza: utile per regolare gli aspetti patrimoniali in caso di separazione o morte.
Assicurazioni e polizze vita: con beneficiario designato.
2. Figli di primo e secondo letto: equilibri e diritti
La legge tutela tutti i figli allo stesso modo, indipendentemente dal fatto che siano nati all'interno del matrimonio, fuori dal matrimonio o da relazioni precedenti.
Ma la realtà familiare è spesso più complessa:
ci sono figli adulti da un primo matrimonio e figli minorenni da una convivenza successiva;
ci sono compagni o compagne che crescono figli non biologici ma affettivamente "propri";
ci sono tensioni, aspettative e fragilità relazionali.
In questi casi, la distribuzione dell'eredità secondo la legge può generare squilibri percepiti come ingiusti. Serve visione.
Gli strumenti più efficaci:
Patti di famiglia: se c'è un'azienda, permettono di assegnarla a un figlio, compensando gli altri.
Testamenti con clausole compensative: per equilibrare situazioni differenti.
Vincoli di destinazione: per garantire beni a figli minorenni o fragili.
3. Le famiglie ricostituite: patrimonio, affetti e vulnerabilità
Chi si è separato, ha divorziato e ha poi costruito un nuovo legame affettivo (più o meno formalizzato) spesso convive con:
un partner che non ha alcun diritto legale sull'eredità,
figli propri da precedenti relazioni,
eventuali figli comuni,
beni personali o acquistati insieme, talvolta con patrimoni già "misti".
In queste situazioni, senza pianificazione c'è un altissimo rischio di conflitto tra eredi e di non tutela per i soggetti più vulnerabili.
4. Quando il diritto non basta: il valore della prevenzione
Molti conflitti successori nascono non da cattiveria o ingratitudine, ma da assenza di chiarezza.
Chi lascia un'eredità senza aver chiarito intenzioni, equilibri e volontà, delega tutto alla legge. Ma la legge non conosce gli affetti, i percorsi condivisi, i sacrifici fatti insieme.
Per questo oggi, in studio, lavoriamo su un principio guida: il diritto serve a proteggere ciò che la vita ha costruito, ma richiede ascolto, consapevolezza e strumenti tecnici.
5. Casi concreti (esempi semplificati)
Marco ha due figli da un precedente matrimonio. Convive con Anna da 15 anni, non sono sposati. Non ha fatto testamento. Alla sua morte, Anna dovrà lasciare casa. Tutto va ai figli. Con un testamento, Marco avrebbe potuto tutelarla.
Lucia, separata con un figlio, ha costruito una casa con il nuovo compagno. Lui ha messo metà capitale, ma non sono intestatari insieme. Senza atti formali o disposizioni patrimoniali, il compagno non avrà diritto su nulla.
Giulio, imprenditore, vuole lasciare l’azienda a uno dei figli che ci lavora da anni, ma teme reazioni degli altri figli. Con un patto di famiglia, può gestire il passaggio e definire compensazioni.
6. Il ruolo dell’avvocato: tradurre le intenzioni in strumenti validi
Un professionista esperto aiuta a:
chiarire gli obiettivi (chi voglio tutelare, da cosa?);
conoscere i vincoli di legge (quota legittima, vincoli fiscali);
scegliere lo strumento giusto (testamento, donazione, trust, patto, contratto...);
formalizzare atti validi e aggiornati.
Ogni situazione è unica, ma ogni scelta ha bisogno di tempo e metodo.
Conclusione
Le famiglie di oggi non sono più tutte uguali. E nemmeno le eredità.
Chi vuole tutelare il proprio partner, garantire un figlio fragile o evitare conflitti tra eredi deve iniziare oggi, non domani.
Il diritto offre molte soluzioni: testamenti intelligenti, clausole personalizzate, protezioni patrimoniali su misura. Ma senza confronto, ascolto e volontà, restano sulla carta.

📍 Studio Legale Zardo – Montebelluna e Castelfranco Veneto
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