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Holding familiare: quando la famiglia diventa una società

  • Immagine del redattore: avv. Emanuela Zardo
    avv. Emanuela Zardo
  • 1 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 set


“Avvocato, abbiamo immobili, partecipazioni e attività diverse. Finora ognuno ha gestito la propria parte, ma inizio a temere che senza regole rischiamo di dividerci. È possibile trattare la famiglia come se fosse una società?”


Sempre più spesso le famiglie si trovano a dover gestire patrimoni complessi, composti da immobili, aziende, partecipazioni societarie e investimenti. In questi casi la domanda non è solo come dividere, ma soprattutto come amministrare insieme.

E qui nasce il concetto di holding familiare: non sempre in senso tecnico, ma come metodo di gestione unitaria del patrimonio.




Patrimonio familiare: da somma di beni a progetto comune



Quando i beni sono molteplici e distribuiti tra più membri della famiglia, il rischio è quello della frammentazione: ognuno guarda al proprio interesse, senza una visione condivisa.

Un immobile affittato da un fratello, un’azienda gestita da un altro, un pacchetto di azioni lasciato senza coordinamento: così i patrimoni si disperdono, perdono valore e diventano terreno di conflitti.


Pensare al patrimonio come a un’unica “impresa familiare” significa invece adottare una logica manageriale e giuridica capace di dare stabilità e prospettiva. È questo il cuore della holding familiare, anche quando non esiste formalmente una società di controllo.




Holding familiare: significato e utilità



La holding familiare è una struttura che consente di accorpare beni e partecipazioni sotto un’unica regia.

Può essere istituita come vera e propria società, oppure restare un modello di gestione di fatto, attraverso patti, accordi e regole interne.

Il suo scopo è duplice:


  • Governance: concentrare le decisioni in un organo o in un gruppo ristretto, evitando paralisi o conflitti continui.

  • Efficienza patrimoniale: gestire immobili, aziende e investimenti con una visione unitaria, evitando dispersioni e duplicazioni.





Vantaggi della holding familiare



  1. Stabilità – I beni non restano divisi in mille quote, ma vengono ricondotti a un disegno comune.

  2. Continuità generazionale – La gestione coordinata garantisce che il patrimonio sopravviva ai passaggi successori senza subire fratture.

  3. Benefici fiscali – In molti casi, la concentrazione in una holding consente regimi agevolati per trasferimenti e dividendi.

  4. Protezione del patrimonio – Strutturare i beni in modo unitario riduce i rischi di contenzioso e garantisce maggiore difesa contro aggressioni esterne.

  5. Visione strategica – Una holding permette di pianificare investimenti, dismissioni e operazioni straordinarie con coerenza.





Quando la famiglia è già una holding di fatto



Non sempre serve costituire una società per parlare di holding familiare.

In molti casi, la famiglia funziona già come una “società informale”: decisioni condivise sugli immobili, coordinamento nella gestione dell’azienda di famiglia, regole tacite per l’uso e la destinazione dei beni.


Il problema nasce quando queste regole non sono scritte. Senza un minimo di formalizzazione, i conflitti sono inevitabili: nuove generazioni che chiedono chiarezza, coniugi entrati successivamente, eredi che reclamano la loro parte.


Formalizzare significa trasformare consuetudini fragili in regole solide, capaci di resistere al tempo e ai cambiamenti familiari.




Strumenti per dare forma a una holding familiare



Ogni famiglia ha la sua storia e le sue esigenze. Per questo non esiste un unico modello. Alcuni strumenti utili possono essere:


  • Patti di famiglia o accordi interni per stabilire regole di gestione e successione.

  • Società di partecipazione per concentrare le quote societarie sotto un’unica cabina di regia.

  • Vincoli di destinazione o trust per garantire beni specifici a finalità precise.

  • Statuti personalizzati per disciplinare poteri e ruoli, evitando paralisi decisionali.



Il filo conduttore è uno: non lasciare che i beni restino “sparsi”, ma inserirli in una cornice chiara e condivisa.




I rischi dell’assenza di regole



L’assenza di un modello unitario espone la famiglia a due rischi principali:


  1. Conflitti interni – Le divergenze si amplificano e spesso sfociano in contenziosi giudiziari.

  2. Disgregazione del patrimonio – Vendite forzate, mancanza di manutenzione, liti che bloccano la gestione riducono drasticamente il valore complessivo.



Molti patrimoni familiari si sono dissolti proprio per mancanza di metodo, non per carenza di risorse.




Conclusione



La famiglia, oggi più che mai, è chiamata a comportarsi come una società: con regole, ruoli e una governance precisa.

La holding familiare rappresenta non solo uno strumento giuridico, ma soprattutto un metodo di gestione che trasforma la somma dei beni in un progetto condiviso.


Proteggere il patrimonio significa pensare al futuro con lungimiranza: non limitarsi a dividere, ma costruire continuità e coesione tra generazioni.


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Convivenze e tutela patrimoniale: uno scenario fragile

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