Come recuperare un credito da un cliente che non paga?
Dai solleciti al decreto ingiuntivo: strategie, prove e tempi per recuperare i crediti commerciali in modo efficace e conforme alla legge.

Ogni impresa o professionista, prima o poi, si trova a gestire un cliente che non salda le fatture.
La difficoltà di incasso non è solo un problema economico: può compromettere liquidità, rapporti commerciali e fiducia nel mercato.
Comprendere come agire correttamente, passo dopo passo, è essenziale per evitare errori e per tutelare i propri diritti nel rispetto delle regole.
Quando un credito diventa “insoluto”
Un credito si considera insoluto quando, trascorso il termine pattuito per il pagamento, il debitore non ha adempiuto all’obbligazione, né ha fornito motivazioni legittime.
Non serve attendere mesi: anche pochi giorni di ritardo possono giustificare l’avvio di azioni di sollecito, purché in forma adeguata e documentata.
Il primo obiettivo è distinguere tra ritardo fisiologico e inadempimento vero e proprio, così da scegliere il percorso più efficace di recupero.
Fase preventiva: monitoraggio e gestione del credito
Una buona gestione del credito inizia prima dell’insoluto.
Controllare la solvibilità dei clienti, definire contratti chiari e prevedere penali o interessi di mora ai sensi del D.Lgs. 231/2002 sono strumenti che riducono il rischio.
Nei rapporti continuativi, è utile mantenere traccia scritta di ogni ordine, consegna e pagamento: la documentazione sarà decisiva in caso di contestazione.
Sollecito di pagamento e diffida formale
La prima azione è il sollecito scritto, da inviare preferibilmente via PEC o raccomandata.
Nel testo, si indicano l’importo dovuto, la data di scadenza e un termine per regolarizzare la posizione.
Se il cliente non risponde o rinvia senza motivi concreti, si passa alla diffida formale, redatta da un legale, che costituisce messa in mora del debitore.
La diffida deve essere precisa, ferma ma non aggressiva: è spesso il passo decisivo per ottenere il pagamento senza ricorrere al giudice.
Accordi bonari e piani di rientro
Prima di avviare un procedimento giudiziale, è opportuno valutare se il debitore mostra disponibilità a definire un accordo.
Un piano di rientro scritto, con scadenze e firma di entrambe le parti, permette di recuperare progressivamente la somma dovuta e di evitare i costi di una causa.
In caso di inadempimento anche parziale, il piano costituisce prova utile per procedere con il decreto ingiuntivo.
Il decreto ingiuntivo: strumento rapido per il recupero
Se il cliente continua a non pagare, il passo successivo è richiedere un decreto ingiuntivo.
Il ricorso si presenta al giudice competente allegando la documentazione che prova il credito: contratto, ordini, DDT, fatture elettroniche, solleciti, eventuale corrispondenza.
Il giudice, dopo un esame sommario, può emettere un ordine di pagamento entro poche settimane.
Il decreto diventa esecutivo se il debitore non propone opposizione entro il termine stabilito.
Da quel momento, il creditore può procedere all’esecuzione forzata.
Esecuzione forzata: il pignoramento
Se il cliente non adempie nemmeno dopo il decreto, la legge consente di pignorare i beni del debitore.
Le forme più frequenti sono:
• pignoramento presso terzi, su crediti, conti correnti o somme dovute da altri clienti;
• pignoramento mobiliare, sui beni aziendali;
• pignoramento immobiliare, sugli immobili di proprietà.
Ogni procedura richiede una valutazione attenta dei costi e delle reali probabilità di recupero, sulla base della solvibilità effettiva del debitore.
Analisi patrimoniale: sapere prima di agire
Prima di avviare un’azione giudiziale, è sempre opportuno verificare la situazione economico-finanziaria del cliente.
Un’analisi patrimoniale preventiva (visure, registri immobiliari, rapporti con altri fornitori, presenza di procedure concorsuali) consente di capire se il debitore dispone di beni o flussi pignorabili.
In assenza di elementi concreti, il giudizio rischia di trasformarsi in un costo inutile.
Interessi di mora e risarcimento del danno
Il creditore ha diritto non solo al pagamento del capitale, ma anche agli interessi di mora e al risarcimento delle spese sostenute per il recupero.
Nei rapporti commerciali tra imprese o professionisti, la legge prevede interessi maggiorati rispetto a quelli legali, calcolati automaticamente dal giorno successivo alla scadenza.
Indicarli chiaramente nelle comunicazioni di sollecito rafforza la posizione del creditore e spesso induce il debitore a saldare.
Come evitare gli errori più comuni
Tra gli errori più frequenti:
• aspettare troppo prima di agire;
• accettare promesse verbali di pagamento senza riscontro scritto;
• mancare di prove documentali (fatture, DDT, mail);
• rivolgersi a canali non formali per il recupero, con rischio di nullità o responsabilità.
La tempestività e la tracciabilità di ogni passaggio sono le armi migliori per un recupero efficace.
Domande frequenti (FAQ)
Posso recuperare un credito senza avvocato?
È possibile nei casi più semplici, ma l’assistenza legale assicura correttezza procedurale e riduce il rischio di errori formali che allungano i tempi.
Cosa succede se il cliente contesta la fattura?
Il giudice valuterà le prove. Se la contestazione è infondata, il decreto ingiuntivo viene confermato e il debitore condannato anche alle spese.
Quanto tempo serve per ottenere un decreto ingiuntivo?
In media poche settimane, ma varia secondo il tribunale competente e la completezza della documentazione.
Il credito si può cedere a terzi?
Sì, ma la cessione va notificata al debitore. È una soluzione utile per liberare liquidità, ma implica una rinuncia parziale al valore del credito.
Posso pignorare il conto del cliente?
Sì, se il credito è certo, liquido ed esigibile e disponi di un titolo esecutivo (ad esempio decreto ingiuntivo non opposto).
Conclusione
Recuperare un credito non significa solo “far pagare chi non paga”: significa tutelare l’equilibrio economico dell’impresa e garantire continuità ai rapporti commerciali sani.
La tempestività, la documentazione completa e una strategia calibrata sono gli elementi che distinguono un recupero efficace da un tentativo infruttuoso.
Un’azione legale ben impostata, preceduta da analisi e comunicazioni formali, consente spesso di ottenere risultati rapidi e di rafforzare, nel tempo, la reputazione di affidabilità dell’impresa sul mercato.
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