Assegno di mantenimento per i figli: come si calcola
In caso di separazione o divorzio, la regolamentazione del mantenimento dei figli rappresenta uno dei punti centrali della decisione giudiziale o dell’accordo tra i genitori.
Il dovere di contribuire al sostentamento e alla crescita dei figli non viene meno con la crisi della coppia, ma si adatta alle nuove condizioni di vita familiare.
Stabilire l’importo e le modalità dell’assegno non è mai un’operazione puramente aritmetica, ma un percorso che richiede la valutazione di diversi fattori, sempre con l’obiettivo di tutelare l’interesse superiore del minore.
Il principio della proporzionalità
Il criterio generale è quello della proporzionalità: ciascun genitore è tenuto a contribuire alle esigenze dei figli in misura corrispondente alle proprie risorse economiche e alle proprie possibilità.
Il giudice, o gli avvocati nell’ambito di un accordo consensuale, valutano quindi non solo i redditi dichiarati, ma anche il patrimonio, la capacità lavorativa, le spese abituali e lo stile di vita pregresso della famiglia.
L’assegno deve consentire ai figli di mantenere, per quanto possibile, un livello di vita analogo a quello goduto quando i genitori convivevano.
Le esigenze del minore
Il mantenimento comprende tutto ciò che serve a garantire uno sviluppo equilibrato del minore:
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vitto e alloggio,
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istruzione e formazione scolastica,
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attività sportive, ricreative e culturali,
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spese mediche e sanitarie ordinarie,
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tutto ciò che contribuisce al benessere complessivo del figlio.
Non si tratta quindi solo di coprire spese essenziali, ma di assicurare un percorso di crescita sereno e completo.
Spese ordinarie e spese straordinarie
È prassi distinguere tra:
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spese ordinarie, coperte dall’assegno di mantenimento (alimentazione, scuola, abbigliamento, utenze domestiche);
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spese straordinarie, che richiedono un contributo specifico e separato, spesso da dividere tra i genitori in proporzione alle rispettive possibilità (cure mediche specialistiche, viaggi di studio, corsi sportivi particolari).
Questa distinzione consente maggiore chiarezza e riduce le possibilità di conflitto nella gestione quotidiana.
Criteri di determinazione dell’assegno
Nella determinazione dell’assegno, il giudice considera diversi elementi:
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le esigenze concrete dei figli in relazione all’età e al percorso di crescita;
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il tenore di vita goduto durante la convivenza dei genitori;
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le risorse economiche di entrambi;
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il tempo di permanenza dei figli presso ciascun genitore;
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la disponibilità di abitazioni e risorse materiali.
È una valutazione complessiva e personalizzata, che mira a garantire equilibrio e sostenibilità.
Modalità di corresponsione
L’assegno di mantenimento può essere corrisposto in diverse forme:
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pagamento periodico (di solito mensile),
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contribuzione diretta alle spese dei figli,
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combinazione delle due modalità, quando i figli trascorrono tempi significativi con entrambi i genitori.
La soluzione più adatta viene definita caso per caso, sempre con l’obiettivo di garantire continuità e regolarità ai figli.
Aggiornamenti e modifiche
Le condizioni economiche e familiari possono mutare nel tempo. In caso di variazioni significative (nuovi redditi, perdita del lavoro, nuove esigenze dei figli), ciascun genitore può chiedere al tribunale la revisione dell’assegno di mantenimento.
Questo meccanismo garantisce flessibilità e adeguamento alla realtà concreta, evitando che un importo fissato in passato diventi ingiusto o inadeguato.
Conseguenze dell’inadempimento
Il mancato versamento dell’assegno costituisce una violazione grave.
Il genitore che non rispetta gli obblighi di mantenimento può essere perseguito con azioni civili esecutive (pignoramenti, trattenute su stipendio) e, nei casi più gravi, con sanzioni penali.
La finalità non è punitiva, ma la tutela effettiva dei diritti dei figli, che devono poter contare su risorse adeguate alla loro crescita.
Conclusioni
Il calcolo dell’assegno di mantenimento per i figli non è mai una questione puramente numerica. È una valutazione complessa, che tiene conto delle esigenze dei minori, delle possibilità dei genitori e del tenore di vita familiare.
La finalità resta sempre quella di assicurare ai figli condizioni dignitose e un percorso di crescita equilibrato, nel rispetto del principio di responsabilità genitoriale.
Studio Legale Avv. Emanuela Zardo
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